DIANA PINTALDI
Nel 2014 apre il suo studio artistico in un piccolo loft di Via Lima 28 a Roma dove è iniziata la ricerca pittorica sul movimento. È nel 2016 che cambia la sua prospettiva della tela bianca: comincia a ribaltare la tela preparata per lavorare sul retro grezzo, poi utilizza stencil cercando di alterare la trama. Scopre in realtà di aver bisogno di una trama vera e propria che abbia un vissuto e una storia, così nel 2019 lavora su un vecchio tappeto di famiglia su cui cuce un suo dipinto su tela e inizio una serie di lavori su tessili che rimaneggia più volte. Alla fine del 2021 comincia un nuovo periodo di ricerca: riempie le pareti del suo studio di parole chiave e pensieri ricorrenti a partire dalla sua infanzia. Lavora su quelle parole e quei pensieri per settimane finché trova nel codice Morse il filo conduttore di tutta la mia mappa concettuale e lo trasforma nel suo medium. Il punto linea del codice Morse si collega al concetto del cucito, del connettere, e quindi del trasmettere. Il codice Morse diventa per lei il mezzo per muovere concetti, trasmettere parole, lavorare sul movimento e l’evoluzione delle parole stesse. È un codice apparentemente segreto che necessita di un ulteriore movimento e azione da parte del ricevente : la traduzione. L’atto del tradurre crea una connessione più intensa con la parola, essa viene interiorizzata, sviscerata nelle sue declinazioni e diventa una scoperta. Questo processo di codificare e decodificare , come l’uso dei palindromi, è un continuo sezionare e analizzare il movimento nel tempo.