Shay Frisch nato in Israele, vive e lavora a Roma

Il lavoro di Shay Frisch consiste nella modellazione e la manipolazione dell’energia attraverso la costruzione di campi elettrici. Il campo è costituito da un assemblaggio sequenziale di adattatori elettrici di uso comune, moduli conduttori di corrente elettrica attraverso i quali passa l’elettricità che si fa “forma”. L’asettico componente industriale è imbrigliato all’interno di ripetizioni modulari e trasformato dall’elettricità in una forma viva, pulsante. Il passaggio dell’elettricità attraverso i moduli che compongono l’opera, genera un campo elettromagnetico che si diffonde nello spazio circostante, trasformando questi costrutti in generatori di energia, campi elettrici che si estendono nello spazio diffondendo la loro carica. In questo modo l’artista opera sullo spazio creando un luogo saturo di induzione, un “campo” in cui entrano gli spettatori. I moduli mantengono all’interno una carica elettrica la cui perenne attività è rivelata da spie luminose, a testimonianza di un fenomeno in continuo movimento, di un atto che si compie in diretta e che non ha fine. I campi di Frisch sono dei monocromi di grandi dimensioni, di forme geometriche primarie, di segni essenziali ed archetipici. Le feritoie di luce che si aprono nella superficie delle opere rivelano l’aspetto interiore, invisibile del campo, la sua natura ardente e primordiale.

Mostre Personali

2016| – campo 12804 N presentata da Claudio Strinati, Basilica di Santa Maria in Montesanto (detta Chiesa degli Artisti) Piazza del Popolo, Roma; 2015| – campo 54338 N a cura di A. Bonito Oliva, (nell’ambito delle mostre “L’Albero della Cuccagna” per Expo 2015) CIAC Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea, Castello Colonna, Genazzano, Roma; 2013| – campo 100535 N/B a cura di A. Bonito Oliva, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; 2012| – campo 4012 N Haunch of Venison, New York; – campo 10982 N Spoleto 55° Festival dei 2 Mondi, Ex Chiesa di S. Lorenzo Illuminatore, Spoleto; 2011| – campo 82133 N a cura di A. Bonito Oliva, Herzliya Museum of Contemporary Art, Israele.

Moste collettive (selezione)

2016| – Breve storia della Galleria Galleria Allegra Ravizza, Lugano, Svizzera; 2015| – Bienal de Curitiba a cura di Teixeira Coelho, Museo Andersen, Curitiba, Brasile;– campo 1886 B, Collezione permanente, Museo di Arte Contemporanea di Spoleto – Palazzo Collicola, Spoleto;– Bienal del Fin del Mundo a cura di Massimo Scaringella, Parque Cultural de Valparaiso, Valparaiso, Cile; 2014| – Bienal del Fin del Mundo a cura di Massimo Scaringella, Plaza del’Agua, Mar Del Plata, Argentina;– Chiamata a Raccolta a cura di Roberto Festi, MART Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto – Galleria Civica, Trento; 2013| – Israel Now a cura di Micol Di Veroli, MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma; 2012| – Intrecci a cura di A. Bonito Oliva, Fondazione Orestiadi, Gibellina;-Quadratonomade a cura di D.Pinocci, D.Giordano e S.Martinelli, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 2011| – World a cura di L. Beatrice, Galleria Ermanno Tedeschi, Tel Aviv; 2010| – Trasparenze a cura di L. Cherubini, Museo MADRE, Napoli e Museo MACRO, Roma; 2009| – Constellation a cura di M. Ben-Moshe, Galleria Ermanno Tedeschi, Roma; –1° Aprile, Galleria Cesare Manzo, Roma; – Campolungo a cura di V. Coen, Complesso del Vittoriano, Roma; 2008| – Adotta un Disegno a cura di S. Casoli e E. Geuna, Complesso del Vittoriano, Roma – Palazzo Ducale, Genova – Palazzo della Regione, Torino – Museo Marini, Firenze;– Fresco Bosco a cura di A. Bonito Oliva, Certosa di S. Lorenzo in Padula; 2000| – Conversione di Saulo a cura di S. Sarra, Palazzo Odescalchi, Roma; 1999| – 1° Biennale dei Parchi Nazionali – Arte e Natura a cura di A. Bonito Oliva, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; 1997| – La Festa dell’Arte a cura di L. Pratesi e A. Borghese, Ex Mattatoio, Roma;Oasi Mediteranea a cura di A. Bonito Oliva, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1995| – 5 Personali a cura di Plinio De Martiis, Galleria La Tartaruga, Castelluccio di Pienza; – Riciclart a cura di G. Stella e M. Veller, Ex Mattatoio, Roma;